Bastardi in salsa rossa, ovvero una lettura da… zona rossa

“Bastardi in salsa rossa” è il secondo libro di Lansdale che leggo quest’anno. Non mi succedeva da qualche tempo, di frequentare con tanta assiduità l’autore texano, che per la verità ultimamente aveva perso terreno nella lista dei miei preferiti.

E’ un caso che io sia tornato dalle sue parti un’altra volta, a breve distanza temporale dalla precedente lettura?

Da qualche giorno aprivo e chiudevo il mio lettore di ebook dopo aver letto solo poche pagine di vari romanzi, giudicati o troppo impegnativi, o troppo poco divertenti.

E le notizie inerenti il dilagare senza freno dei contagi mi impedivano di trovare il giusto stato d’animo per affrontare in pace una buona lettura.

Ho così scoperto di avere voglia di tornare in un luogo già conosciuto, in compagnia di qualcuno in grado di catturare la mia attenzione e di farmi divertire nel contempo. Perché di una buona risata sentivo davvero la mancanza e il bisogno.

E così ho recuperato dallo scaffale dove ho allineato le avventure di Hap & Leonard questo “Bastardi in salsa rossa”, acquistato usato durante l’estate.

I nostri protagonisti sono ingaggiati da un’anziana signora di colore per far luce sull’uccisione del proprio figlio, picchiato a morte da alcuni poliziotti, dopo aver protetto la giovane sorella dalle loro attenzioni.

Le indagini condurranno i nostri amici nel cuore di un quartiere-ghetto, popolato da uomini e donne disperati e pronti a tutto pur di sbarcare il lunario, fin dalla più tenera età.

Premesso che il titolo nulla ha a che vedere con la trama, devo dire che la lettura di questo breve romanzo ha sortito l’effetto desiderato. L’ho letto soprattutto alla sera, e le smargiassate dei suoi protagonisti mi hanno impedito di subire l’influenza del silenzio proveniente da fuori, rotto solo, di tanto in tanto, dalla sirena di qualche ambulanza.

Se tutto l’impianto giallo è piuttosto ovvio, tanto che lo stesso Hap, nel ricostruire i passaggi che l’hanno condotto a individuare i colpevoli, ammette di non essere certo Sherlock Holmes, ritrovare i due amiconi impegnati a fare quello che sanno fare meglio, ossia fracassare ossa scambiandosi battute, ha sortito un effetto terapeutico.

Perché cosa ci può essere di meglio che avere chiaro chi sono i cattivi e disporre dei mezzi per neutralizzarli? E il tutto mentre si litiga per chi ha finito l’ultimo dannato pacco di quei fantastici biscotti alla vaniglia?

Qui Hap e Leonard mettono al loro posto una banda di delinquenti adolescenti, insegnano al proprietario di un bar e a quei buzzurri dei suoi clienti che ci può essere sempre qualcuno più buzzuro di te, e aiutano un’anziana signora a ottenere giustizia con l’aiuto di una vampira nana vecchia di quattrocento anni, che forse è solo una ragazzina impegnata a sopravvivere in un quartiere difficile.

Insomma, di certo non è il migliore episodio della serie, e forse il miglior episodio della serie Lansdale l’ha scritto per primo, ma mi ci si sono divertito parecchio. Se volete passare un paio di serate svagate alla faccia del lockdown, è quello che fa per voi.

Lascia un commento